Cratere, Cucina & Cocktail. Sazerac.

Immaginatevi New Orleans. Stati Uniti del Sud, la Luisiana, il Mississippi. Siamo nel 1830 circa, anno più anno meno, Abramo Lincoln non ha neppure 30 anni, è capitano dell’esercito degli Stati Uniti e non immagina che un giorno sarà Presidente. La Guerra di Secessione sarebbe scoppiata di lì a qualche decennio, la schiavitù è ancora uno scontato “diritto costituzionale”. Nelle piantagioni di cotone gli schiavi afroamericani accompagnano il lavoro con i “work-song”, “canti da lavoro”.
Immaginatavi New Orleans, 1830. Le strade attraversate da carrozze e carri merci. Siamo nel pieno del boom demografico, la popolazione si avvicina velocemente ai 100 mila abitanti: molti arrivano dall’europa, trascinati fin qui dalla speranza di un mondo nuovo.

1830, anno più anno meno. Antoine Amédée Peychaud è uno di questi. Farmacista esperto, francese di origini, viveva nelle Antille da anni. Arriva a New Orleans e apre la sua bella bottega. Pian piano la gente comincia a mettersi in fila per i suoi bitter di erbe curative, che talvolta mescola con Cognac e altri liquori. Una mattina si sveglia e mentre si lava i denti pensa di aggiungerci una goccia di assenzio. BAM! Nasce così il Sazerac. IL cocktail.

Ogni volta che ci chiedete un Sazerac facciamo un salto indietro nel tempo. 1830, anno più anno meno. Cognac, bitter, assenzio, zolletta di zucchero. Il rumore delle ruote dei carri sulla strada, i canti degli schiavi nelle piantagioni.
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