Bar Capri 2/11 - Alessandro D'Andria (Degrado) - In šāʾ Allāh
photo report
Ph Lightroom Studio
La personale di Alessandro D'Andria (Degrado), "In šāʾ Allāh" farà da cornice alla serata di arte e musica.
Dopo aver chiacchierato con l'artista, ci accompagnerà la musica del The Capri Jazz Bar Trio + Jam Session.
Non mancate!
#barcapri #whynot #ivenerdì
L'artista ci parla della mostra:
Da un recente viaggio in Marocco sono stato colpito da questa affermazione che pronunciano sempre prima di fare qualcosa.
L'espressione è usata molto anche da noi in Italia e tradotta dall'arabo significa 'Se Dio vuole' .
Ogni opera presente in mostra è indipendente l'una dall'altra, non ci sono nessi fra loro.
L'artista Alessandro D'Andria nato a Salerno nel 1989, si diploma nel 2008 nel liceo Artistico
della sua città dove sin da subito capisce ciò che l'aiuterà ad esprimersi per molti dei suoi anni.
Questo giovane artista si sta incamminando in un percorso di ricerca artistica pura: lo sviluppo di un linguaggio personale in cui colpito dal genio indiscusso di Salvador Dalì e dal graffitismo metropolitano di Keith Haring inizia a fantasticare su fogli e tele.
Alessandro ha molto da raccontare con colore e rappresentazioni non convenzionali che lo portano a dare una lettura nuova e uno sguardo "polemico" verso una cultura dal quale non si sente rappresentato.
Nella prima fase le sue opere sono molto confusionali ed intrecciate formate da colori molto vivi, piccoli disegni, elementi e tratti infantili che ipnotizzano lo spettatore.
L’obbiettivo principale è quello di creare qualcosa di onirico e contestualizzarlo in ambito reale.
Tutti gli elementi, le figure, ecc sono rappresentate quasi in maniera claustrofobica per dar vita ad un unico soggetto.
Nella seconda fase l’artista si rifà all'interpretazione personale della sua vita, per la sua ricerca pittorica dove indaga e sperimenta una visione molto personale del "Degrado" che lo circonda.
Le tele si ingrandiscono e i soggetti diventano singoli superando quella fase del “nascondere” influenzato dalle letture di Charles Bukowski. Quest’ultimo, maggior esponente del “realismo sporco” riesce a dare voce a quello che Alessandro cercava di rappresentare.
Lo scopo rimane quello di raccontare la vita in maniera cruda sotto tanti punti di vista, ma nello stesso tempo creare un diversivo che possa rendere più leggero e piacevole la visione.
Chi si trova dinanzi le tele del giovane artista ha un senso di imbarazzo nell'osservare la sfrontatezza con cui egli mette su tela i più piccoli dettagli degli organi sessuali, i colori improponibili o le forme eccesive dei seni o la naturalezza con il quale trasforma i più banali animali nelle metamorfosi umane, da cui per l'Artista semplicemente un sinuoso corpo femminile si tramuta in gambero o un pesce rosso.
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